Ormai la sostenibilità ambientale, e il passaggio a un’economia pulita e ristorativa dell’ambiente, è un tema imprescindibile per cui ogni azienda dovrebbe mobilitarsi.
Il 2021 è stato uno dei peggiori anni della storia per eventi climatici estremi causati dal rapido deteriorarsi delle condizioni ambientali. I danni registrati in termini di perdite per il settore assicurativo, secondo AON, hanno superato i 100 mld di dollari ma questa è solo una rappresentazione parziale dei veri costi sociali ed economici che si sommano a quelli del COVID 19.
Per dare un’idea dell’impatto economico dei fenomeni metereologici estremi, nei soli Stati Uniti i costi totali negli ultimi 5 anni (2017 – 2021) sono stati di 742.1 bln dollars, con una media annuale di 143 mld di dollari.
Se ne è accorto il mondo della finanza globale. Larry Fink, CEO di Black Rock il più importante asset manager del mondo, l’anno scorso ha dichiarato che non ci sarà nessuna azienda che non sarà profondamente influenzata dalla transizione all’economia “net zero” e che le aziende che non si prepareranno vedranno il loro valore diminuire.
Gli investimenti nei cosiddetti fondi ESG che intendono veicolare i capitali nell’economia della sostenibilità e transizione ambientale sono cresciuti in modo esponenziale negli ultimi 2 anni raggiungendo oltre 1 trillion di dollari.
Per contro la SEC (Stock Exchange Commission) statunitense ha emesso un “warning” per gli investitori, lamentando una mancanza di criteri di valutazione per questi fondi e le loro allocazioni, ritenendo i criteri di ESG non sufficientemente standardizzati e precisi.
ESG: cosa si intende?
Quando parliamo di ESG facciamo riferimento a un’idea di finanza etica.
Un sistema di investimenti che stimolino le aziende verso strategie e forme di governance green ed ecosostenibili. Tutto questo dopo attenta valutazione di determinati standard qualitativi dell’attività dell’azienda.
L’acronimo si basa su tre concetti fondamentali:
- E: Enviromental, ossia tutti tutti quei criteri ambientali utili a valutare quando un’azienda può definirsi sostenibile.
- S: Social, misura l’impatto sociale dell’azienda con la sua comunità di riferimento. Parliamo di clienti, dipendenti, fornitori, etc.
- G: Governance, si intende una governance ispirata a buoni principi etici. Si parla del rispetto delle scelte aziendali, la retribuzione dei dipendenti, etc.
Quali sono le ragioni per le quali gli investitori stanno orientando le loro scelte verso l’economia della sostenibilità attraverso i fondi innovativi ESG?
Secondo Andrew Winston, esperto nel settore della sostenibilità aziendale e autore dell’articolo, le ragioni sono sostanzialmente tre:
- Il rischio generato dai cambiamenti climatici è ormai indubitabile: una consapevolezza che si è acuita dopo l’emergenza pandemica. Misure urgenti da parte delle aziende sono non soltanto auspicabili ma addirittuara incoraggiate dai governi e dalla Comunità europea.
- Gli investitori avvertono sulle spalle la pressione degli stakeholder e di chi muove costantemente mercato ed economia. Andrew Winston racconta di aver tenuto banco a un evento per gente facoltosa, nel circuito di un’importante banca internazione. Il responsabile del patrimonio della banca, a seguito di un sondaggio da lui condotto, ha affermato che il principale interesse dei clienti in questo momento sarebbero gli investimenti ESG. Si tratta di un cambiamento di rotta da attribuire alle nuove generazioni di queste famiglie benestanti.
- Il motivo principale, però, è che il passaggio verso un’economica pulita rappresenta una grande occasione di business che gli investitori hanno diabolicamente fiutato. L’accelerazione verso un modello economico pulito determina non soltanto un aumento delle imprese che impeghino sistemi di produzione sempre più sostenibile ma anche l’inevitabile conseguenza di far sparire tutte quelle realtà che utilizzano tecnologie inquinanti.
Sempre secondo Andrew Winston, il successo del concetto di ESG è da imputare proprio all’arrivo degli investitori sulla scena della sostenibilità ambientale.
ESG è diventato il linguaggio adoperato, dal mondo finanziario e non, per distinguere fondi destinati ad aziende che vantino un certo livello di performance anche nella sostenibilità aziendale.
Tutto questo al fine di implementare modelli anche di sostenibilità aziendale che favoriscano la transizione verso un’economia verde.
Il fatto che i fondi ESG vengano designati ad aziende che vantano invidiabili standard qualitativi ha generato, ovviamente, grandi contraccolpi nel mondo delle aziende e nell’accesso ai capitali.
Persino imprese del tutto avulse dal concetto di sostenibilità, come quelle che producono armi, hanno fatto richiesta di questi fondi, dal momento che contribuiscono a difendere la democrazia nel mezzo del conflitto ucraino.
Esiste il rischio di una nuova “bolla speculativa” che in realtà allochi risorse finanziarie secondo criteri di moda non sufficientemente affidabili e che non incidano realmente al raggiungimento degli obiettivi della transizione energetica?
Il dubbio che emerge dalla riflessione dell’autore è se questo processo è quello ottimale per guidare le aziende verso la transizione ecologica ed energetica per una efficace collaborazione al raggiungimento degli obiettivi collettivi dell’economia “net zero”.
È il caso di affidare la transizione ambientale al mercato della finanza?
Proprio quest’ultimo motivo si disegna come molto controverso per il nostro futuro.
I confini semantici fumosi e poco chiari dello strumento ESG rischiano di riempirlo di un significato connesso solo al mondo dell’economia e degli investimenti?
È davvero il caso di affidare il futuro del pianeta nelle mani dell’asettica logica del profitto e del mercato azionistico?
Non è proprio questo modello ad averci condotto al disastro ecologico e all’aumento delle disuguaglianze?
Di qui, sempre secondo Andrew Winston, la necessità di definire i fondi ESG con un linguaggio più positivo.
Il punto di vista di Widech SpA
La posizione di Widech SpA e del suo CEO Giacomo Ortolano è molto chiara in proposito ed è la mission dell’azienda.
È necessario integrare nella transizione energetica la leva di quella digitale e dell’innovazione.
Widech intende mettersi al servizio di questa economia e del dibattito, deideologizzandolo, attraverso la concretezza dei dati, dell’analisi dei fenomeni in tempo reale, dell’applicazione delle tecnologie dell’intelligenza artificiale per creare conoscenza, correlare i dati reali, gli obiettivi, anche con le Comunità, in modo trasparente oltre a fornire tutte le soluzioni greentech per la transizione energetica.
Come ci ricorda Giacomo Ortolano: “Quello che non si misura non esiste”.